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ONSTAGE

On stage is a contemporary art project, conceived by Manuel Canelles, that deals with the theme of staging, narration, the thin and ambiguous border between representation and reality and that, through a stratification of dramaturgical processes, develops the concepts of illusion, conditioning and manipulation. The narrative code used by the artist is therefore only the word, in its oral and written form, and the project, in each of its phases, always tries to show the audience the last layer of the work without completely covering the previous ones.

On stage è un progetto di arte contemporanea, ideato da Manuel Canelles, che affronta la tematica della messa in scena, della narrazione, del confine sottile e ambiguo tra rappresentazione e realtà e che, attraverso una stratificazione di processi drammaturgici, sviluppa i concetti dell’illusione, del condizionamento e della manipolazione. Il codice narrativo utilizzato dall’artista è dunque solo la parola, nella sua forma orale e scritta, e il progetto, in ogni sua fase, cerca di mostrare al pubblico sempre l’ultimo strato del lavoro senza coprire del tutto quelli precedenti.

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Story

On Stage, like any storytelling process, is a liquid project, unfinished, in continuous transformation and changing even in the moments of exhibition presentation. The viewer is called to intervene in the construction of the work, to participate in the creative process and pose questions or observations. 

On Stage, come ogni processo di narrazione, è un progetto liquido, non finito, in continua trasformazione e che si modifica anche nei momenti di presentazione espositiva. Lo spettatore è chiamato a intervenire nella costruzione dell’opera, a partecipare al processo creativo e porre questioni o osservazioni. 

 

The participatory opening at TreviLab in Bolzano, in fact, began immediately with an invitation (on the web and on social networks) to anyone who wanted to take part in the project by sending an audio of the maximum duration of 1 minute in which to answer the question Can I tell you the truth? and tell, therefore, a personal truth. The audio can always be sent to: onstage2022@gmail.com.

L’opening partecipativa al TreviLab di Bolzano, infatti, ha avuto inizio già da subito con un invito (sul web e sui social) a chiunque avesse voluto prendere parte al progetto inviando un audio della durata massima di 1 minuto nel quale rispondere alla domanda Posso dirti la verità? e raccontare, dunque, una personale verità. L’audio può essere sempre inviato a: onstage2022@gmail.com.


Before this fourth phase at the Centro Trevi, On Stage saw a first stage in Rome in June 2019: experts in the field, sociologists, writers and directors were involved, who confronted each other working on the realization of a text -a dramaturgy- where the boundary between reality and fiction. 

Prima di questa quarta fase al Centro Trevi, On Stage ha visto una prima tappa a Roma a giugno 2019: sono stati coinvolti esperti del settore, sociologi, scrittori e registi, che si sono confrontati lavorando sulla realizzazione di un testo -una drammaturgia- dove molto sottile era il confine tra realtà e finzione. 

The audio of these meetings have been transcribed and converted by the artist in a script staged, in a real radio drama, in the third phase in Bolzano in July 2020. In the second phase in Barcelona, in July 2019, the artist has worked in relation to urban space, public and private, recording sounds and dialogues of everyday life, creating, thus, a sound mapping of places that, decontextualized through a dramaturgical process of sound editing, has been reproposed during the presentation to the public through audio speakers positioned on the walls of the gallery.

L’audio di questi incontri sono stati trascritti e convertiti dall’artista in copione messo in scena, in un vero e proprio radiodramma, nella terza fase a Bolzano a luglio 2020. Nella seconda fase di Barcellona, a luglio 2019, l’artista ha lavorato in relazione allo spazio urbano, pubblico e privato, registrando suoni e dialoghi della quotidianità, creando, così, una mappatura sonora dei luoghi che, decontestualizzata attraverso un processo drammaturgico di editing del suono, è stata riproposta durante la presentazione al pubblico mediante diffusori audio posizionati sulle pareti della galleria.

The presence of a black box -constructed as a radio control room- offered, moreover, the possibility of narrating in real time, through the microphone, the images from the listened sounds: through wireless headphones the overlapping narrations increased the sense of estrangement. In fact, in the absence of an effective control of the source, the narrative interpretations are innumerable: the impossibility of verification on the fact happened allows to create infinite dramaturgies.

During the opening, a workbook was distributed, representing in turn a further tool of narrative layering according to the points of view of the artist, the curators and each reader who approached the work. 

La presenza di un black box –costruito come una sala da regia radiofonica- offriva, inoltre, la possibilità di raccontare in tempo reale, al microfono, le immagini dai suoni ascoltati: attraverso cuffie wireless le narrazioni sovrapposte aumentavano il senso di straniamento. Infatti, in mancanza di un controllo effettivo della fonte, le interpretazioni narrative sono innumerevoli: l’impossibilità di verifica sul fatto accaduto permette di creare infinite drammaturgie. Durante l’opening è stato distribuito un quaderno di lavoro conche rappresenta a sua volta un ulteriore strumento di stratificazione narrativa secondo i punti di vista dell’artista, dei curatori e di ogni lettore che si è  approcciato all’opera. 
 

THE PROJECT

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